Il pensiero cosmopolita è attualmente il modo di pensare dominante in tutto l’Occidente. È il modo in cui un individuo vede e comprende il mondo attraverso il prisma dell’umanità, e non più attraverso ciò che gli è vicino e che costituisce la sua identità la sua famiglia, la sua lingua, il suo lavoro, la sua regione e la sua nazione. Contrariamente agli altri Paesi del mondo, l’individuo occidentale cosmopolita si definisce “cittadino del mondo”. È nato sulla Terra, in una famiglia che non ha scelto, e si esprime in una lingua che ritiene gli sia stata imposta. Pensa che gli uomini di tutto il mondo abbiano un’origine comune – confermata dagli scienziati – e che abbiano la vocazione di fondersi di nuovo in un unico popolo, annullando così le loro differenze e preparando la pace universale ed eterna sulla Terra.
L’ideale sarebbe, inoltre, la scomparsa di tutte le lingue e che l’umanità parlasse una sola lingua, in modo che gli uomini possano capirsi e comunicare tra loro. La gestione degli affari umani sarebbe evidentemente affidata a un governo mondiale, la cui saggezza e il cui buon senso rifletterebbero sicuramente le speranze dell’umanità. Questo è l’universo mentale dell’uomo medio europeo cosmopolita.